lunedì 4 luglio 2016

Protezione dei dati di un defunto

So che l'argomento non è dei più leggeri, soprattutto vista l'estate e la crescente voglia di vacanze, ma la questione a mio avviso guadagnerà sempre più importanza man mano che la generazione dei nativi digitali (ma anche un po' la mia, nato nel '75) avanzerà con gli anni.
La domanda è semplice: cosa accade a tutti i miei dati memorizzati in centinaia di banche dati quando un sarò mancato all'affetto dei miei cari?
Chi potrà accedere alla mia posta elettronica? Chi potrà gestire il mio account facebook?
I miei discendenti potranno accedere alle mie foto salvate lungo tutta una vita nel mio account flikr?

Ma la domanda più importante è: che diritti potranno vantare i miei successori nei confronti di chi questi dati li gestisce (i vari Google, Facebook, Microsoft,...)?

A questa domanda sembra dare una risposta semplice e, a mio avviso, sorprendente il nuovo regolamento europeo sui dati personali.

Il considerando numero 27 del GDPR cita, testualmente:
"Il presente regolamento non si applica ai dati personali delle persone decedute. Gli Stati membri possono prevedere norme riguardanti il trattamento dei dati personali delle persone decedute".

Cosa significa quindi?

Sembrerebbe che i colossi dell'informazione potranno utilizzare i miei dati a loro libero piacimento, senza doverne rispondere a nessuno.

Possibile?

In realtà questo sembra stridere con uno dei principi cardine della carta dei diritti dell'unione europea da cui il regolamento sulla protezione dei dati prende forma, ovvero la salvaguardia della dignità del interessato.

Forse tutto questo sembrerebbe perdere di significato, dato che risulta difficile pensare che i vari Facebook, Google, ... vengano a sapere che un proprio utente sia passato a miglior vita; e ancor meno potrà sapere se l'account è stato ceduto ad un erede.

Non ci resta che attendere i primi casi: saranno di sicuro interesse.